Arturo Martini


(Treviso 1889 – Milano 1947)

Scultore, nato a Treviso nel 1889, fu apprendista orafo dapprima, frequentò poi una scuola di ceramica, quindi, dal 1905, si dedicò alla scultura quale allievo del Carlini a Treviso, del Nono a Venezia ed infine, a Monaco, di A. Hildebrand. Nel 1911 fu a Parigi, ove l'anno successivo cominciò ad esporre, ove completò la sua formazione a contatto con i locali movimenti di avanguardia. Nel Dopoguerra si stabilì a Roma, esponente tra i maggiori del gruppo di "Valori Plastici", affermandosi con una scultura di impronta arcaicizzante, quasi primitiva talvolta, specie nella sua prima maniera, ma sempre idonea ad esprimere un profondo senso lirico.e Assoluto padrone della materia impiegata, dal bronzo alla ceramica, dal marmo alla pietra ed alla terracotta, attenuò il duro primitivismo delle sue prime opere (quali l'Ofelia e l'Orfeo), nel già più plasticamente costruito Bevitore del 1926 della galleria d'arte moderna di Roma. Le successive esperienze, nell'accostamento ai modi più diversi delle varie maniere plastiche (sentì di volta in volta l'influenza dell'arte etrusca, del romanico ed anche del barocco), non annullarono tuttavia la sua prepotente personalità artistica; si vedano La Pisana, La sete, Il chiaro di luna, Donna al sole, La lupa, l'altamente drammatico monumento del 1927 a Worcester, ai Pionieri italiani d'America. Professore di scultura a Monza, nel 1939, si trasferì a Milano ove eseguì anche opere di carattere monumentale quali le decorazioni del Palazzo di Giustizia. Notevoli per le capacità evocative, le opere dell'ultimo periodo, quali la terracotta della Convalescente della galleria d'arte moderna di Genova, e soprattutto le essenzialmente formali, pur nulla rinnegando del suo indirizzo estremamente figurativo, Donna che nuota sott'acqua, La vacca, I morti di Bligny. Negli ultimi anni, se si eccettua il Palinuro del 1946 dell'Università di Padova, ben poco operò, quasi non più sodisfatto dell'arte sua come ben espresse nel 1945 nel libro Scultura, lingua morta. Si dedicò allora alla pittura ma, sebbene ottimo disegnatore, non ottenne, attraverso il colore, risultati di alto valore.

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